Ricordando Colin Ward
Il 14 agosto di quest’anno Colin Ward avrebbe compiuto cento anni. Nato il 14 agosto del 1924 e morto l’11 febbraio del 2010, l’anarchico inglese è il principale ispiratore di questa rivista. A lui abbiamo dedicato un profilo nella rubrica «Radici» nel numero 2 del 2022 (giugno), a cui rinviamo per una prima introduzione alla sua vita e al suo pensiero.
Le sue riflessioni, così come i suoi articoli e i suoi libri, costituiscono un riferimento continuo per la redazione di «Semi sotto la neve» e sono forieri di stimoli sempre attuali per chi, come noi, cerca, molto modestamente, ma tenacemente, di vivere un’idea libertaria in modo nuovo e propositivo.
Per ricordarlo ancora una volta, e non sarà l’ultima, vi proponiamo alcune frasi tratte dai suoi scritti, particolarmente significative, che, dal nostro punto di vista, si prestano maggiormente a essere utilizzate e interrogate al fine di delineare un’idea anarchica alla quale facciamo idealmente riferimento.
Colin Ward si è occupato di molti temi, oltre che di anarchismo, come l’educazione, l’urbanistica e l’architettura. Per chi volesse approfondire poi maggiormente il suo pensiero pubblichiamo una bibliografia dei testi tradotti in italiano e disponibili. Per cogliere l’evoluzione della sua vita e del suo pensiero suggeriamo la lettura del volume curato da David Goodway: Colin Ward, Lo sguardo anarchico, elèuthera, Milano, 2021.
Alcuni pensieri e riflessioni in merito all’anarchismo
«Una società anarchica, una società che si organizza senza autorità, esiste da sempre, come un seme sotto la neve, sepolta sotto il peso dello Stato e della burocrazia, del capitalismo e dei suoi sprechi, del privilegio e delle sue ingiustizie, del nazionalismo e delle sue lealtà suicide, delle religioni e delle sue superstizioni e separazioni» (Colin Ward).
«Dato un comune bisogno, le persone sono in grado, tentando e sbagliando, con l’improvvisazione e l’esperienza, di sviluppare le condizioni per il suo ordinato soddisfacimento; l’ordine cui si approda per questa via è di gran lunga più duraturo, e funzionale a quel bisogno, di qualsiasi altro imposto da un’autorità esterna» (Colin Ward).
«Ci sono tre possibilità: essere tra le autorità, essere un’autorità, oppure avere autorità. Il primo tipo di autorità deriva dal posto occupato in una scala gerarchica, il secondo da una competenza specifica, il terzo da una particolare saggezza. Ma la conoscenza e la saggezza non sono distribuite secondo un ordine gerarchico, né possono essere monopolio di una sola persona in qualsiasi situazione» (Colin Ward).
«Ci sono tre possibilità: essere tra le autorità, essere un’autorità, oppure avere autorità. Il primo tipo di autorità deriva dal posto occupato in una scala gerarchica, il secondo da una competenza specifica, il terzo da una particolare saggezza. Ma la conoscenza e la saggezza non sono distribuite secondo un ordine gerarchico, né possono essere monopolio di una sola persona in qualsiasi situazione» (Colin Ward).
«La distinzione non è tra rivoluzione e riforme, ma tra quel tipo di rivoluzione che serve a installare una nuova cricca di oppressori o quel genere di riforme che servono solo a rendere l’oppressione più digeribile o più efficiente, da una parte, e quei mutamenti sociali, siano essi rivoluzionari o riformisti, attraverso i quali i popoli allargano le proprie sfere di autonomia e riducono la sottomissione alle autorità esterne, dall’altra. L’anarchismo, in tutte le sue forme, è una affermazione della dignità e della responsabilità degli esseri umani. Non è un programma di mutamenti politici, ma un atto di autodeterminazione sociale» (Colin Ward).
Colin Ward inoltre fa proprie le seguenti frasi di cinque pensatori usandole spesso nei suoi testi
«Anarchia è il nome attribuito a un principio o teoria di vita e condotta in base al quale la società è concepita senza governo; in tale società, l’armonia è ottenuta non attraverso la sottomissione alla legge o l’obbedienza a qualche autorità, ma per liberi accordi conclusi tra i vari gruppi, territoriali e professionali, liberamente costituiti per la produzione e il consumo, e anche per il soddisfacimento dell’infinita varietà di esigenze e aspirazioni di un essere civile» (Pëtr Kropotkin).
«Lo Stato non è qualcosa che può essere distrutto da una rivoluzione, è una condizione, un rapporto tra gli esseri umani, un modo di comportarsi. Può essere distrutto contraendo altri rapporti, comportandosi in modo diverso» (Gustav Landauer).
«Un fine infinitamente lontano non è un fine, è un inganno. Un fine deve essere più vicino, come il salario del lavoratore, o il piacere del proprio lavoro. Ogni epoca, ogni generazione, ogni esistenza ha avuto, e deve avere, la propria esperienza, e en route nuove richieste, nuovi metodi, cresceranno» (Alexander Herzen).
«Una società libera non può essere realizzata sostituendo un ordine nuovo a quello vecchio, ma piuttosto con l’ampliamento delle sfere di azione libere, fino a che esse vengano a costituire il fondamento della intera vita sociale» (Paul Goodman).
«Tutte le forme di governo hanno questo in comune: ognuna dispone di un potere maggiore di quello che sarebbe richiesto dalle condizioni date; in pratica, questa capacità in eccesso di produrre disposizioni è ciò che noi intendiamo per potere politico. La misura di tale eccesso, che definisco “surplus politico” e che, ovviamente, non si può calcolare con precisione, rappresenta l’esatta differenza tra amministrazione e governo. La sua giustificazione deriva dallo stato di crisi latente tra le nazioni e all’interno di ciascuna di esse […]. Il politico, rispetto al sociale, è sempre più forte di quanto non richieda la situazione. Ne deriva una continua riduzione della spontaneità sociale» (Martin Buber).
Bibliografia di Colin Ward in lingua italiana in ordine di pubblicazione
Ward C., Anarchia come organizzazione, elèuthera, Milano, varie edizioni.
(a cura di Colin Ward), Kropotkin P., Campi, fabbriche, officine, Antistato, Milano, 1975.
Ward C., Dopo l’automobile, elèuthera, Milano, 1992.
Ward C., La città dei ricchi e la città dei poveri, e/o, Roma, 1998.
Ward C., Il bambino e la città, Ancora del Mediterraneo, Napoli, 2000.
Ward C., Acqua e comunità, elèuthera, Milano, 2003.
Ward C., L’anarchia. Un approccio essenziale, elèuthera, Milano, 2008.
Ward C., L’architettura del dissenso (a cura di Giacomo Borella), elèuthera, Milano, 2016.
Ward C., L’educazione incidentale (a cura di Francesco Codello), elèuthera, Milano, 2018.
Goodway D., Conversazioni con Colin Ward, elèuthera, Milano, 2003.
Aa. vv., L’anarchismo pragmatico di Colin Ward, Centro studi libertari/ archivio G. Pinelli, Milano, 2023.