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Libertari in Russia

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Tanta attenzione non sempre però corrisponde, purtroppo, a un reale approfondimento della conoscenza. Spesso ciò che si cerca è solo la conferma di propri antichi stereotipi e teorie, magari per miseri calcoli di tornaconto politico. E dispiace che questo accada anche in un paese, come l’Italia, che per quanto riguarda il campo culturale, poteva vantare una tradizione di slavistica tra le più qualificate al mondo, di cui furono esponenti, solo per citarne alcuni, studiosi del calibro di Ettore Lo Gatto e Angelo Maria Ripellino.

Allo stesso tempo, così come in altri paesi, continuano ad essere misconosciute esperienze sia storiche che contemporanee, espressioni del ricco e complesso movimento anarchico e libertario sia russo che ucraino. A danno di questo movimento si continua a procedere coi mezzi di sempre: l’occultamento, la calunnia, la mistificazione. Un caso emblematico è quello del «movimento makhnovista ucraino» , una delle esperienze più importanti dell’anarchismo novecentesco, senza la cui conoscenza non è possibile nemmeno comprendere il corretto svolgimento dei fatti e delle dinamiche principali della Rivoluzione Russa.